
Per la sua produzione, limitata nelle zone collinari piacentine fino alla bassa parmense, vengono utilizzate le parti magre del maiale, come le spalle, lo stinco e una moderata quantità di cotenna tritata finemente.
Segue l'insaccatura all'interno del budello naturale, che si presenta particolarmente resistente e grosso di spesso; questo fa sì che la carne si mantenga morbida e tenera all'interno.
Esistono due tipologie, due versioni di Mariola, una cruda e una da cuocere; quella cruda prevede una lunga stagionatura, dai 3 ai 6 mesi, ma è piuttosto rara e difficilmente reperibile, mentre quella da cuocere, si presenta simile al cotechino e prevede una lunga cottura, preferibilmente calda con un buon purè di patate oppure con la tipica mostarda di frutta.
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