venerdì 30 novembre 2012

VALLE D'AOSTA: IL REBLEC

Il Reblec è un formaggio fresco ottenuto da latte intero di vacca di razza valdostana. Un tempo era fatto dalle massaie quando avanzava un pò di latte destinato al consumo familiare: è quindi un prodotto al femminile per eccellenza.
Come per il Reblechon francese, il suo nome deriva dal verbo biétsì blétsì che significa mungere in franco-provenzale.
Si scalda leggermente il latte intero crudo in un piccolo calderone in rame e poi si aggiunge il caglio.
Quando il latte è coagulato, si estrae la cagliata senza romperla e la si fa sgocciolare, appesa in un telo, prima di metterla nello stampo.
Eliminato il siero residuo, il reblec è pronto per essere consumato, con l’aggiunta di poco sale.
È un prodotto dalla pasta morbida e liscia, di colore bianco, avente un gusto delicato che ricorda un pò quello del latte fresco e va consumato entro alcuni giorni.
La produzione di questo latticino viene descritta in maniera sufficientemente dettagliata per la prima volta da G.A. Negri nel 1957 nel libro "Il Casaro Valdostano". La metodologia non subisce sostanziali variazioni negli anni fino ad oggi. Il reblec fa parte dell'Arca del Gusto, progetto della Fondazione Slow Food che raccoglie le piccole produzioni di eccellenza gastronomica minacciate dall'agricoltura industriale, dal degrado ambientale, dall'omologazione.

Periodo di stagionatura
La panna affiorata viene riscaldata a 35-40 °C; viene aggiunto il caglio e si porta a coagulazione in 60-90 minuti prima di trasferire la massa in un telo, che viene collocato in un recipiente bucato in ambiente umido e tiepido dove sosta per 2-3 giorni. A questo punto il formaggio è già pronto per essere consumato spolverando di zucchero o cannella prima dell’utilizzo.

Fonte: www.agricolis.com

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