lunedì 26 novembre 2012

LAZIO: CASTAGNA ROSSA DEL CICOLANO

La Castagna Rossa del Cicolano si sviluppa lungo la Valle del Salto e lungo la valle del Turano, nella parte sud orientale detta provincia in cui è presente la Riserva Naturale dei Monti Navegna e Cervia, distesa nei Comuni di Varco, Marcetelli dove si svolge la sagra dedicata,Santa Lucia di Gioverotondo, Nespolo, Paganico, Ascrea, Roccasinibalda, Collegiove e Collalto Sabino.
La Rossa ha una forma rotondeggiante, al cui apice si può trovare la presenza di tomento (la peluria tipica del frutto) e presenta generalmente una forma convessa di colore più chiaro del pericarpo (la parte del frutto che circonda i semi) che è si solito marrone rossiccio e più scuro dopo la curatura.
E' dotata di una torcia anch'essa tormentosa e una cicatrice ilare di forma irregolare. Il frutto da esso prodotto è di colore bianco e croccante, dal sapore delicato e dolce.
Per dare un'idea di quanto ormai la castanicoltura si sia diffusa, basti pensare che annualmente vengono prodotte mediamente intorno alle 3.000 tonnellate e che soltanto nella provincia di Rieti questa produzione occupa un posto preminente con il 50% dei castagneti da frutto dell'intera regione, collocandosi a livello produttivo al secondo posto, dopo la provincia di Viterbo.
La castagna rossa é una delle varietà di maggior pregio di un frutto a cui, specialmente nel passato, é stato fortemente legata l'economia della vasta area montana del Cicolano ed in particolare modo quella di Marcetelli.
Una volta nei castagneti i ragazzi si divertivano un mondo, perché con le castagne giocavano a "gnoccu" e a "castellittu". Nel primo gioco le castagne si mettevano allineate, e colui che tirando con la castagna più grossa ("u gnoccu), da una distanza di circa 7/8 metri, riusciva a cogliere quelle cosi' predisposte, prendeva la parte della fila dalla castagna colpita in avanti. Nel secondo gioco le castagne venivano sistemate a forma di castelletto, e il tiratore prendeva tutte quelle che col colpo cadevano.
Per conservare le castagne, per i bisogni immediati, le famiglie le "scuravano" lasciandole cioé stagionare in acqua, dentro le bigonce, per circa otto giorni. Le castagne così trattate ed asciutte, si portavano nella cantine, e per evitare che marcissero, si rivoltavano 2 volte al giorno, il mattino e la sera, utilizzando una pala di legno.

Fonte: dal sito del Comune di Marcetelli

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