mercoledì 19 settembre 2012

LOMBARDIA: MOSTARDA DI CREMONA

La Mostarda di Cremona consiste in frutta candita immersa in sciroppo di glucosio aromatizzato con senape. I frutti più comunemente utilizzati, interi o a pezzi, sono le ciliegie, le pere, i mandaranci, i fichi, le albicocche, le pesche, i meloni, le prugne, i cedri, la zucca e l’anguria.
L’origine della Mostarda di Cremona è, come dice il nome, nelle preparazioni a base di mosto d’uva (mustum ardens) che, cotto e concentrato, veniva consumato allo stato naturale o con piccole quantità di senape. Frutta o verdura, con l’aggiunta di questa preparazione, potevano conservarsi a lungo.
Per questo ebbe un notevole successo presso le cucine medievali e rinascimentali di tutta Europa, dove si cercava di sfruttare ogni espediente che impedisse il deterioramento delle vivande. Nei secoli successivi venne meno il legame fra la mostarda e il mosto, fino ad arrivare al prodotto che conosciamo oggi e che, nelle sue componenti fondamentali, comparve già nella sua versione definitiva nell'800.
Da allora la Mostarda di Cremona è diventata la mostarda più consumata in Italia (dati Nielsen 2002). Gli abbinamenti gastronomici più riusciti sono quelli della Mostarda di Cremona con le carni, tra cui il bollito misto, con i salumi, tra cui cotechino e prosciutto cotto e con i formaggi, sia freschi sia stagionati.

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