mercoledì 31 ottobre 2012

VENETO: ZUCCA SANTA BELLUNESE

La Zucca Santa Bellunese si coltiva nella Val Belluna, tra le colture orticole di maggiore diffusione e pregio, proprio qui la zucca assume un carattere di forte tradizione, in particolare nei comuni lungo l’asta del fiume Piave dove la fertilità dei terreni e l’abbondanza d’acqua sono garantite durante tutto l’anno. Nella frazione di Caorera del Comune di Vas, sono organizzate delle feste paesane per onorare la famosa cucurbitacea.
Il frutto è un peponide, caratterizzato da una forma voluminosa e appiattita all’apice, del peso di circa 3 kg. La buccia dura, è di colore solitamente verde ma talvolta sono presenti sfumature rosee e ampie zone gialle, costoluta e bitorzoluta, solcata da striature longitudinali stilopeduncolari.
La polpa è di colore giallo-arancio intenso, all’interno della quale vi sono numerosi semi bianchi, è di sapore fine e dolce. Nel fusto strisciante e ricco in nodi, sono inserite foglie, frutti e cirri e raggiunge
lunghezze mediamente di 4-5 metri. Le foglie tondeggianti a massa fogliare ampia e aperta,
presentano lunghi piccioli ed i fiori di colore giallo sono commestibili. La raccolta si esegue tra settembre ed ottobre, quando i frutti sono completamente maturi, le foglie sono secche ed è evidente il pieno disseccamento del peduncolo del frutto. Le zucche sante vengono poi pulite e poste ad asciugare in luoghi freschi ed areati. La conservazione della zucca santa, in condizioni normali
senza forzature, può prolungarsi indicativamente fino alla metà di gennaio.
La coltivazione delle zucche nella Val Belluna ha caratterizzato, almeno negli ultimi due secoli, l’economia domestica delle famiglie contadine e, non avendo avuto un ruolo nella più vasta economia di mercato, sono relativamente pochi i cenni nella documentazione storica. Stimolo alla coltura della zucca era l’allevamento del maiale, per il quale le cucurbitacee costituivano un alimento eccellente.
Nell’alimentazione la zucca aveva dunque un ruolo abbastanza secondario. Se l’alimentazione animale era il destino prevalente, la zucca trovò impiego anche nell’alimentazione umana ed in forma minore per ricavarvi qualche oggetto, ciotole e soprattutto borracce.
Per quanto riguarda l’impiego nell’alimentazione, nel mondo contadino era diffusa l’abitudine di consumare zucche nostrane nonostante fossero destinate all’alimentazione dei maiali: venivano mangiate in insalata o in tegame o quale ingrediente nelle minestre. Certi fiori si prestavano
benissimo a farne frittelle. In maniera inequivocabile il Bazolle scrive:"le zucche sante, semprechè sieno ben maturate, sono molto migliori delle nostrane. Hanno una polpa grossa, asciutta, e molto gustosa e perciò sono queste le zucche preferite dalle famiglie civili". Più preciso Guselotto, vent’anni dopo: "le commestibili si mangiano cotte al forno o lesse. Sono pure usate in frittura, in minestra ed anche nella pasticcieria casalinga". Quest’ultima è un’indicazione interessante, che descrive due utilizzi in cucina della zucca: risorsa delle tavole più modeste dei contadini, consumata per lo più lessa o in minestra, ma anche presenza raffinata della tavola nelle famiglie benestanti e cittadine, perché impiegata nella preparazione di delicati gnocchi.

Fonte: regioneveneto.it

 

Nessun commento:

Posta un commento